Warriors & Braves: Rivali in campo, uniti per la solidarietà

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Presentato il derby bolognese. Se il risultato non aiuta la classifica di nessuno dei due team, la generosità del pubblico può far rinascere qualche speranza.

A Palazzo d’Accursio sono tornati i rappresentanti di Warriors e Braves a parlare di football americano.

Per l’esattezza, questa volta si è parlato maggiormente del mondo che ruota attorno a questo sport. Lo spirito agonistico, la voglia di dominare, l’orgoglio di appartenenza, per una volta hanno lasciato la vetrina principale alla solidarietà ed alla voglia di costruire insieme un piccolo ma importante progetto.

Alla presenza del presidente del quartiere Santo Stefano, Rosa Maria Amorevole, e a due rappresentanti dei Team, Paolo Parlangeli sponda guerriera e Vincent Mario Argondizzo, lato Braves, la stampa presente ha potuto conoscere la vicepresidente dell’ANPTT Barbara Corazza.

Anptt sta per Associazione Nazionale Porpora Trombotica Trombocitopenica, una onlus che si occupa dell’assistenza delle persone affette dalla malattia genetica nota con il nome di Sindrome di Moschowitz.

Questa organizzazione, già vicina in passato alla società dei Braves, ha il suo principale scopo nel reperimento di fondi per la ricerca contro questa patologia.
Sabato sera, l’organizzazione dei padroni di casa dei Braves, ha organizzato una raccolta fondi che coinvolgerà tutto il pubblico presente alla Lunetta Gamberini e che ha immediatamente trovato la massima collaborazione anche dalla sponda guerriera del mondo del football.
Sarà un’occasione in più per essere presente allo stadio, ognuno per tifare per i propri colori, ma tutti per sostenere l’Anptt e la sua preziosissima attività.

A margine della conferenza si è anche parlato della partita, ma per onor di cronaca, l’attenzione maggiore è stata rivolta allo scopo benefico della serata.

I Warriors, così come i Braves, hanno ribadito la giustificata volontà di vincere anche se il risultato non cambia l’ordine della classifica: Warriors primi e Braves secondi, già entrambi con il lasciapassare per i playoff in tasca. Non ci sono state rivendicazioni o sassolini nella scarpa da togliere da parte di nessuno, ma la pura voglia di vincere perché in fondo è solo la vittoria il fine di un movimento sportivo di contatto, alla faccia delle affermazioni di Decubertiana memoria.

Vincere il derby non cambia la vita e non fa diventare più ricchi, ma ti fa svegliare la mattina seguente con la chiara consapevolezza di essere un vincente, magari anche solo per pochi giorni, ma in fondo nessuno fa piani quinquennali nel football americano.

Ufficio Comunicazione Warriors Bologna