Per tutti “Coach Alessio” o “Coach Atti”, Knights dalla fondazione della squadra nel 2009, ha anche guidato in una occasione i colori nero-argento alla vittoria come Head Coach. Si avvicina al football, ancora giovanissimo, nel 1983 (erano gli anni dei grandi Oakland Raiders – dei quali è tifoso – di Marcus Allen, Walter Payton e Roger Craig) vestendo i colori delle giovanili dei Towers Bologna come runningback e come fullback, fino al 1987. Poi un lunghissimo periodo di lontananza dai campi da gioco per ben diciotto anni, fino ad un’ultima stagione di football giocato nel 2006, sotto le insegne dei Towers Bologna. Poi è arrivata la chiamata dei Knights nel 2009, il corso da allenatore e sei stagioni passate al fianco di questi ragazzi che, con il tempo e grazie anche al suo lavoro e al suo amore per i colori nero-argento, sono diventati una delle squadre più solide e rispettate della terza divisione.
- Ciao, Alessio, raccontati/presentati ai nostri lettori.
- Ciao a tutti, classe 1968, segno zodiacale vergine, 100 kg ex running back, fullback e tight end con apparizioni in DL come noseguard e DE. Oramai sono più gli anni passati sulla sideline che da giocatore.
- Il tuo inizio con il football americano.
- Mi capitò di guardare in televisione il Superbowl tra 49ers e Dolphins, credo fosse il 1984… fu subito amore. Quando poi scoprii che in Italia esisteva il football è che nella mia città si contendevano il primato Warriors e Doves… fu incredibile. Compravo le riviste in edicola e seguivo le trasmissioni in tv con Guido Bagatta. Ero immerso in un mondo nuovo. Decisi di provare e con alcuni amici radunammo a San Giorgio di Piano, dove vivo tutt’ora, un consistente gruppo. Fummo notati dai Towers che iniziarono a seguirci portandoci a vestire quei colori. Esordii ufficialmente nel settembre del 1986 contro i Duchi Ferrara e con me esordì anche un certo Mario Panzani.
- Spiegaci un po’ i compiti di un assistant coach.
- Con coach “Paltro” è tutto molto semplice. Lui ha il controllo su ogni cosa e cura ogni più piccolo dettaglio. Si lavora molto bene e sa ascoltare noi assistant, giocatori e dirigenti. Gli assistant coach, di norma, coadiuvano il lavoro tecnico dei vari reparti ai quali fanno riferimento. Durante l’allenamento seguiamo il reaparto di nostra competenza e nella parte atletica ci dividiamo i compiti seguendo una fase piuttosto che un’altra.
- Prediligi maggiormente la parte tattica, tecnica, umana?
- Difficile scindere tra queste tre parti. Credo che siano tutte inserite in un certo modo di vedere le cose. Amo la parte tattica che deve dipendere da quella tecnica e nessuna può dimenticare quella umana… che forse è quella che ti porti dentro tutta la vita.
- Le tue impressioni sul lavoro svolto nelle ultime stagioni ai Knights e come vedi l’impegno della squadra nel prossimo campionato in 2° divisione.
- Siamo ripartiti 2 anni fa con ragazzi che avevano visto sempre le partite dalla sideline. In 2 anni siamo arrivati alla finale con quei ragazzi… aspettavamo con una certa trepidazione il responso della lega per capire se eravamo in 2a Div. Penso di poter dire che abbiamo svolto un lavoro enorme e la squadra sta rispondendo in modo esemplare alle richieste a cui viene sottoposta. Ora dobbiamo lavorare molto e prepararci al meglio per l’esordio in 2a Div.
- Ci sono dei giovani cavalieri promettenti?
- In realtà ce ne sono diversi e penso che alcuni abbiano delle grandi potenzialità. Mentre altri hanno una parte tecnica eccellente ma dovrebbero maturare caratterialmente ancora un po’.
- Il tuo momento magico, la tua più amara delusione.
- Credo di aver toccato il cielo una sera di fine giugno 2016 a Cavallermaggiore battendo in una bellissima partita i fortissimi Bills e accedendo alla finale di 3aDiv. Ho invece toccato il fondo in giugno del 2014 quando fummo eliminati dai Ravens al primo turno dei playoffs. Doveva essete un’altra partita ma non so ancora cosa successe e addio sogni.
- Il tuo sogno nel cassetto?
- Poter un giorno prendere per mano dei ragazzi qualsiasi e portarli a vincere su un campo da football. Forse anche solo una partita… e perché no… una finale.
Grazie Alessio per la tua disponibilità, e buon lavoro!
Ufficio Stampa Knights Sant’Agata
Foto Matteo Masotti