Nulla da fare per la compagine romagnola, che non è riuscita nell’impresa di contrastare o perlomeno far traballare i pronostici del tutto a sfavore, vedendosi rifilare un perentorio 0-42.
I Warriors, con molte probabilità una delle principali candidate al titolo, hanno dimostrato la superiorità sotto ogni aspetto, fisico, tecnico e superiore lo era anche la fame di vittoria.
I giallorossi giocando solo di testa (dove già campeggiava la paura della sconfitta e l’arrendevolezza), hanno dato prova di non essere una squadra pronta per pretendere il meglio da tutti i reparti, e soprattutto di non riuscire a giocare di cuore quando, in partite come questa, è la sola ed unica cosa che serve.
Una grande giornata di sole, che ha reso ancora più arduo il compito alle due squadre, e un bel pubblico spezzato in due tra romagnoli ed emiliani, hanno fatto da cornice ad una piacevole domenica di football (risultato a parte).
Il recap dell’incontro, come lo si evince dal risultato è a senso unico, dove i bizantini hanno quasi sempre dovuto difendere la propria end zone, mettendo a dura prova il reparto difensivo per gran parte dell’incontro.
Difesa che, priva della forte Safety (giocatore profondo in copertura sui lanci) Francesco Favi e rimaneggiata dai defensive coordinator Osvaldo D’Aria e Felice Caramia, è riuscita a bloccare il primo drive di attacco degli emiliani, ricoprendo un fumble con la DL Matteo Falcinelli.
L’attacco ravennate, incapace di produrre il proprio gioco, è stato sovrastato dalla forte difesa dei Warriors in ogni reparto, linee e defensive backs, i quali hanno letteralmente blindato e arrestato ogni azione sia di corsa che di lancio. A gravare sul rendimento è stata anche l’assenza di uno dei migliori WR del team ravennate, Stefano Pazzaglia meglio conosciuto come “Flash”. Degni di nota però, sono stati i due WR rookie (giocatori al primo anno) Paolo Comandini alla sua prima ricezione in partita e Marco Spina, entrambi hanno chiaramente mostrato del potenziale da sviluppare.
Sovraccaricando notevolmente di fatica una difesa a corto di personale, i Warriors hanno preso le misure in poco tempo e dopo due quarti di gioco il punteggio era già decretato, 0-35 a favore degli emiliani.
A questo punto dovete sapere che nel football americano, quando il gap di punti tra le due squadre è pari o oltre i 35 punti, viene applicata la mercy rule (il cosiddetto “running clock” – in rispetto del potenziale perdente), con la quale la crew arbitrale lascia scorrere il tempo senza mai fermarlo (come invece accade normalmente alla fine di ogni azione).
Alla ripresa, con la regola summenzionata applicata, c’è giusto il tempo per il colpo di grazia assestato dall’attacco bolognese che chiude definitivamente la pratica.
Per i red&yellow è tempo di riflessione profonda e di ricerca del rispetto verso se stessi, anche perché i giochi non sono ancora finiti.
L’ultima chance per i bizantini di redimere in parte le recenti prestazioni, è domenica prossima nel match di chiusura della stagione regolare, contro i mai domi Ravens Imola, i quali sono ancora alla ricerca della prima vittoria in campionato.
Ufficio Stampa Chiefs Ravenna
Foto Paolo Giannelli