La luce in fondo al tunnel

0

Sabato 21 Aprile 2018, sono le 23 circa, si è appena conclusa Mastini-Warriors, una partita evocativa per i canavesani, ma il risultato è impietoso, 0-36. È vero, l’avversario punta senza indugi alla promozione in prima divisione, ma i Mastini sono alla quarta sconfitta in cinque partite e, ciò che è peggio, non vedono prospettive di miglioramento.

Sono giorni intensi, il malumore e la delusione serpeggiano, dopo 6 mesi di allenamento i risultati non ci sono, il progetto si è incagliato e serve fare qualcosa, serve una scossa.

La dirigenza canavesana non ha dubbi, ci vuole un cambio tecnico, l’Head Coach Giovanni Modena viene esonerato, non è nato il feeling con l’ambiente montano. Segue una settimana di smarrimento, manca una leadership tecnica in grado di rianimare l’ambiente. I Mastini sono entrati in un tunnel, ma non si vede la luce in fondo. Eppure non è tutto perduto, mancano ancora tre partite, vincendole tutte si può arrivare ai playoff, un obiettivo impensabile a Settembre.

C’è bisogno di un segnale, ce n’è bisogno subito. La squadra ha potenzialità, serve solo un catalizzatore che le faccia emergere, qualcuno che conosca l’ambiente e abbia idee fresche, basta poco, non un vero e proprio Head Coach sul campo, anche solo un consulente.
Nasce in quel momento un’idea, l’Idea. Ad averla è Andrea Canella, vulcanico Team manager dei Mastini. Quel catalizzatore, quel consulente ha nome e cognome: Andrea Serpieri.

Vecchia volpe dei campi italiani, talentuoso QB milanese con un trascorso a Ivrea negli anni 80 e un’esperienza da HC dei Mastini nel 2016, conclusasi, forse, troppo in fretta.
Da Andrea ad Andrea. Canella prende in mano il telefono e chiama, Serpieri risponde. Certo non sarà possibile un impegno full time sul campo, ma una consulenza si, e tanto basta.
A due settimane dalla partita coi Warriors, 3 allenamenti dopo l’esonero di Modena i Mastini hanno una partita decisiva, con i leader del girone, gli Hammers Monza, la prima di 3 “finali” per i Canavesani.

Serpieri si mette al lavoro e in sole 4 ore, collaborando coi coach dei Mastini, Juanca Pitossi e Ermes De Bastiani, semplifica il playbook e, con sorrisi e un’elegante ironia tutta milanese, infonde fiducia a un team che non chiedeva altro. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, in primis del pubblico di San Giorgio, i Mastini battono gli Hammers, 21-0, in sideline c’è la mano, imprescindibile, di Pitossi e De Bastiani, in tribuna, invece, veglia Serpieri.

Altre due settimane di lavoro e poi ci sono i Frogs, partita forse meno impegnativa, ma utile a preparare quella decisiva contro i Daemons. E i ragazzi rispondono: sullo storico campo di Bienate i Mastini vincono la seconda delle loro Finali, 44-0.

Poco tempo per respirare, il fine settimana successivo c’è l’ultimo e più decisivo scoglio in vista playoff. Complice un inizio stagione sventurato, complici gli incroci della classifica, il compito è ai limiti del possibile, per qualificarsi ai playoff serve una vittoria con 34 punti di scarto.

Ma ai Mastini non interessa, sono dove volevano essere, a giocarsi il campionato (il primo a 11 giocatori da quando sono stati rifondati nel 2011) fino all’ultima giornata, padroni del loro destino. Poco importa che l’obiettivo sia difficile, serve far capire a tutti che la musica è cambiata, serve dimostrare coi fatti che la sconfitta per 8 a 41 dell’andata è solo un brutto ricordo, a Cernusco i Daemons se la devono sudare fino all’ultimo. E così è stato, non arrivano i playoff, non arriva la vittoria, ma i Daemons sono sicuri del risultato solo a 40 secondi dalla fine, quando il sogno della vittoria per i Mastini si infrange nelle mani del capitano dei Daemons, che intercetta il lancio della vittoria per i canavesani.

C’è tanto lavoro da fare per mantenere lo standard e migliorarlo, lo sanno bene in Canavese, ma la voglia, la passione, le idee e l’energia non mancano, c’è uno spirito particolare nei Mastini, difficile descriverlo a parole, serve viverlo, serve crederci. Ma una caratteristica dei Mastini è la generosità, è l’apertura, non è per tutti, ma tutti possono farne parte.

Cuore, orgoglio e testardaggine, caratteristica della gente di montagna, per tirarli fuori serviva un catalizzatore, per vedere la luce in fondo al tunnel serviva un’idea.

L’idea e il catalizzatore avevano lo stesso nome, Andrea, avevano condiviso il campo 30 anni fa e lo hanno fatto di nuovo, con generosità.

La luce in fondo al tunnel si è materializzata, ad “accenderla” è stato di nuovo lui, ancora una volta, la volpe grigia, Andrea Serpieri.

Ufficio Stampa Mastiffs Canavese

foto copertina Ambra Roffino, foto storica Massimo Sardo

665f95dc-d2ad-4674-9556-da5a059f1050