Michele Viviani, Assistant Wr e Special Team Coordinator
Come accennato due settimane fa, la seconda parte del focus sui giovani coach è dedicata ad un altro giovane che da alcuni anni svolge un lavoro costante nel coaching dei Bengals Brescia. Nella passata stagione è stato Offensive Coordinator della Prima squadra e Head Coach della Giovanile; nel 2017 è stato Offensive Coordinator della Giovanile e top scorer dei Bengals (ben 8 touchdowns); infine nel 2016 ha lavorato come assistant coach nella giovanile. Stiamo parlando di Michele Viviani, già ricevitore per i Bengals Brescia, Giants Bolzano, Panthers Parma e alcune presenze nel giro della Nazionale. Abbiamo raggiunto telefonicamente il giovane coach per saperne di più sui ruoli che la dirigenza bresciana gli ha affidato: quello di Assistant coach per i Wide Receiver e di Special Team Coordinator.
P: Per anni sei stato il WR più importante nei Bengals, adesso lavori a stretto contatto con un coach che ha molti anni di football alle spalle. Che lavoro state svolgendo con i ricevitori?
M: Da diversi mesi collaboro con Luca Zammarchi per formare un buon reparto ricevitori. In queste settimane stiamo lavorando sul timing tra QB e WR. Ci alleniamo tre volte alla settimana.
P: Che novità ci sono in campo per questa stagione?
M: Al gruppo ricevitori dello scorso anno si è aggiunto il rookie Gianmarco Bertoglio; sfrutteremo anche la versatilità di Tinti come ricevitore aggiuntivo. Il reparto completo è formato da Gaggiotti, Grespan, Bertoglio, Tinti, Barbi.
P: Quali risultati vuoi raggiungere?
M: L’obiettivo è di formare un gruppo ricevitori che sappia giocare bene e che sia in grado di eseguire ciò che viene indicato dai coaches. Io e Zammarchi stiamo lavorando per mettere i ragazzi nelle condizioni di imparare gli schemi in maniera rapida ed efficiente.
P: Hai allenato anche la Giovanile. Trovi differenze tra allenare i senior e i giovanissimi? Se si, quali sono?
M: Si, ci sono delle differenze. Con i ragazzi della Giovanile bisogna partire dalle basi del football; si parte da zero e si cresce insieme: è normale che con i giovani l’insegnamento proceda lentamente. Invece con i senior si lavora per migliorare i fondamentali, affinare le tecniche…. Si chiede loro di fare di più e meglio.
P: Quanto pesa la tua esperienza di giocatore per fare il coach?
M: Ho giocato nella IFL e nel Blue Team, ho conosciuto e mi sono allenato con giocatori americani… da loro ho imparato tanto. Queste esperienze mi hanno permesso di creare un bagaglio tecnico, sportivo e personale di spessore che mi aiuta nel coaching. Ovviamente, conta anche la parte teorica, lo studio per restare aggiornati.
P: Hai anche la responsabilità di coordinare lo Special Team. Cosa vuoi dire in merito?
M: Quest’anno abbiamo un kicker di comprovata esperienza: infatti è tornato a vestire la maglia blu-argento Marco Scarpolini, alias “Baffo”, giocatore dei Bengals tra il 2005 e 2007. Si affianca a Barbolla e Turotti già componenti dello special team.
P: Un aggettivo per definirti “footballisticamente” parlando?
M: Innamorato.
P: Per finire, a quale coach o giocatore ti ispiri?
M: Il giocatore che per primo mi ha incantato è stato Hakeem Nicks, la prima scelta dei New York Giants nel draft del 2009.
La telefonata termina qui e noi siamo giunti alla fine. Lo scopo di queste due interviste è stato dare visibilità a quei coaches che stanno sul campo insieme ai ragazzi per 8-9 mesi all’anno. Sono coaches che si fanno carico della responsabilità di formare non solo giocatori di football ma anche uomini capaci di lavorare di più dopo un successo e di rialzarsi dopo una caduta.
Pierandrea Marca
Ufficio stampa Bengals Brescia