Settimana ancora cruciale per i guerrieri bolognesi. Sono rimaste quattro squadre in lizza per la finale, quel Silver Bowl che decreterà il Campione Nazionale di seconda divisione.
Rivoli (Torino) rappresentata dai BlackBills se la vedrà con Verona che scenderà in campo con i propri Mastini. Nell’altra semifinale, i Warriors affronteranno gli Hogs di Reggio Emilia. Le due vincenti, domenica 9 luglio a Vicenza, disputeranno la finale.
Qualche domanda ai responsabili dell’ufficio Comunicazione dei Warriors.
D. Tornare ad essere tra i primi della classe ripaga in parte gli sforzi di un grande lavoro?
R. Essere tra le prime quattro è un po’ come guidare sull’Avenida Atlantica di Copacabana a Rio senza poter scendere dall’auto ed andare in spiaggia. Certamente moltissimi non sono mai stati a Rio, ma c’è anche chi è andato in spiaggia e si è tuffato nell’oceano Atlantico. Fermarsi a questo punto sarebbe più che dignitoso, eccome, ma risulterebbe comunque un’opera incompiuta”.
D. Hogs e Warriors sono emblemi del football nazionale votato a sviluppare i giovani del proprio vivaio. E’ la strada giusta?
R. Non so se sia quella giusta in assoluto, ma certo lo è stata per noi. La strada intrapresa 4 anni fa con il progetto Allblue, seppur con una retrocessione alle spalle, ha comunque creato le basi di un team giovane e competitivo. Così come a Reggio, anche da noi un ragazzo meno esperto ma più allenabile, viene maggiormente riconosciuto di un grande giocatore di età più avanzata e spesso poco presente agli allenamenti per varie questioni personali o professionali. Poi è chiaro che se vuoi vincere domani l’esperienza serve tanto. Ma a noi piacerebbe continuare a crescere costantemente come stiamo facendo; i risultati, in questo modo, non possono non arrivare.
D. Ma se i Warriors dovessero tornare nella prima serie, come vedrebbero l’uso degli americani?
R. Abbiamo giocato 3 anni in IFL senza americani e siamo retrocessi quando la regola ha consentito l’utilizzo del terzo imported player (oriundo). A questo punto, qualora succedesse “quella cosa”, come peraltro abbiamo già detto, la società valuterebbe attentamente ogni soluzione per rimanere ai vertici. Quindi più nessun tabù per gli americani, con i quali, tra l’altro, alcuni nostri rappresentanti stanno già parlando da mesi in quanto servirebbe un po’ di tempo per programmare questo tipo di scelte.
D. Gli sponsor hanno seguito il percorso in secondo divisione e sarebbero pronti per la prima?
R. Penso proprio di si. Anzi, in taluni casi, abbiamo anche inserito una clausola premiante per il 2018 al raggiungimento di certi risultati quest’anno. Quindi immaginiamoci cosa possa accedere se si realizzasse “quella cosa”.
D. La provincia di Bologna ha cinque formazioni di football americano. Non sono forse un po’ troppe per il bacino di utenza?
R. Chi lo sa? Bologna ha tantissime partite IVA e poche grandi aziende. E’ un po’ lo spirito di noi italiani cercare di essere leader della nostra piccola idea senza magari comprendere che se fossimo compartecipi di un progetto maggiore ma condiviso con altri, potremmo avere più successo. Certo che prendere i 50 migliori giocatori delle cinque società presenti e farli allenare insieme, consentirebbe di strutturare un gran team, ma il problema sarebbe tutto quello che ruota attorno ai giocatori; società, dirigenti, allenatori con la loro singola storia, l’impegno profuso, la passione vera per questa disciplina; come si potrebbero amalgamare questi aspetti? La vedo dura, ma non per questo impossibile.
D. Il prossimo appuntamento?
R. Giusto, parliamo di cose serie. Sabato prossimo, 24 giugno, alle 21 all’Alfheim Field di via degli Orti a Bologna. Warriors contro Hogs, l’ennesimo derby della via Emilia ed ancora una volta con una posta in palio veramente importante.
Ufficio Stampa Warriors Bologna
Foto Andrea Donati