Francesco Lazzaro sulla sideline veneziana per seguire i reparti di linea offensiva e difensiva.
Venezia, 02 marzo 2020 – Quest’anno il coaching staff blu teal si è arricchito dell’aiuto di un giocatore nato e cresciuto nelle fila bluteal. Da sempre sportivo attivo, all’età di venti anni ha conosciuto il football americano, entrando nel roster degli ISLANDERS Venezia come offensive lineman. Poi, dopo alcuni anni giocati in II Divisione con la squadra veneziana, ha deciso di provare l’esperienza di I Divisione (IFL), a Ferrara con le Aquile, e in seguito, ai Giants Bolzano, dove è diventato titolare nella linea di attacco. Nel 2018 è stato convocato nel BluTeam (la nazionale italiana) nei quattro raduni di preparazione al Campionato Europeo.
E’ con piacere che diamo il benvenuto a Francesco Lazzaro con il quale abbiamo scambiato qualche domanda per la prossima stagione.
Ciao Francesco e ben tornato in bluteal. Partiamo dall’inizio. Come ti sei avvicinato al football?
FL: Andrea Furlan, mio caro amico, è sempre stato appassionato di football americano. Già a quindici anni passavamo la notte del Superbowl insieme per vederlo. Nel 2009 Andrea, detto anche “Stat” faceva le statistiche per gli Islanders, e, vista la mia prestanza fisica, mi convinse a provare qualche allenamento. A diciannove anni pesavo già 108 kg, da lì è iniziata la mia avventura come lineman con gli Islanders.
Dopo l‘esperienza ISLANDERS giochi subito in prima divisione… com’è stato questo passaggio e quale la grande differenza nei metodi di allenamento?
FL: Sono approdato in IFL con le Aquile Ferrara. L’intensità degli allenamenti era tendenzialmente maggiore con meno pause. Probabilmente questo perché la squadra aveva degli elementi trainanti come gli americani Trevis e Tyler, che, assieme ai giocatori provenienti da tutta Italia, in quella stagione portarono le Aquile ai playoff. Rispetto alla mia squadra di origine nelle Aquile si prestava maggiore attenzione alla teoria e alle sedute video. Nelle stagioni successive giocate a Bolzano, ho notato invece una maggiore differenza, con un avvicinamento al professionismo. Sia le sedute in campo, sia quelle in aula erano più approfondite, probabilmente dovuto al fatto che tutti i giocatori giocavano ad alto livello da anni, ogni partita importante era preparata con maggiore attenzione ai particolari.
Giocare nei top team e nazionale: crei legami con molte persone e giocatori. È rimasto un legame anche con i tuoi ex compagni lagunari?
FL: Durante queste stagioni ho legato con diverse persone provenienti da varie parti del mondo, Europa e Nord America. Con molte persone ho stretto un rapporto di amicizia fortissimo, in particolare con i miei compagni di stanza a Bolzano. Comunque tuttora porto con me i legami creati a Venezia: per esempio gli “Strit Sharks” sono un gruppo di giocatori ed ex giocatori Islanders che continua a frequentarsi settimanalmente come se il tempo non sia mai passato.
Come hai ritrovato gli ISLANDERS?
FL: A causa di un’operazione al ginocchio fino a maggio non potrò scendere in campo. In tutto questo tempo non ho mai smesso di seguire a distanza gli Islanders, e quando coach Annibale a inizio stagione verso, mi ha chiesto di aiutarlo ad allenare i ragazzi, ho preso al balzo la sua richiesta è gli ho dato la mia disponibilità.
Matteo Caroncini
Ufficio Stampa Islanders Venezia
foto Davide Grandin